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Monumenti Monumenti Piazza Armerina

Castello Aragonese

Fu costruito alla fine del 1300, ai tempi di re Martino I d’Aragona, che vi risiedette a lungo, mentre il vecchio castello, che si trovava sull’estremità opposta della collina, veniva smantellato e ceduto ai Francescani per erigervi un convento. Come i castelli federiciani, ha una planimetria regolare quadrilatera chiusa agli angoli da massicci torrioni quadrangolari asimmetrici, e poggia su un alto basamento con obliqui speroni angolari, costruito posteriormente.

Della primitiva costruzione, elevata sensibilmente in altezza in triplice ordine di vani, restano soltanto due vani. L’ingresso è rivolto a mezzogiorno e conserva i resti di un portaletto. E’ stato sede di carcere mandamentale; acquistato negli anni 70 da un privato, oggi è chiuso al pubblico.

Il Duomo

Domina con la sua mole la città, che annunzia da lontano con l’alta cupola.
Costruita tra il 1604 e il 1719 si innalza sul luogo stesso su cui sorgeva dal XV. sec. la chiesa madre della città, un’elegante chiesa in stile gotico-aragonese, arricchita tra il 400 e il 500 di una superba torre campanaria e di un arco marmoreo gaginesco nel battistero, ma danneggiata da un terremoto.
Avendo nel 1598 il barone Marco trigona istituito erede universale di tutti i suoi beni la chiesa Madre, con l’obbligo di costruire un edificio più sontuoso, l’incarico di redigere il progetto fu affidato all’architetto Orazio Torriani, il quale decise di inglobare nella nuova costruzione il vecchio campanile e l’arco gaginesco.

Slanciata verso l’alto da scalinate frontali e laterali, culmina nella lanterna della bella e maestosa cupola, alta m. 76,50, con diametro di m. 13,88, che si sviluppa sulla crociera.
Il prospetto frontale, alto e severo, è a due ordini di lesene, ravvivato da un ampio finestrone a timpano e da un grande portale a colonne tortili, costruito nel 1719, cui si accede da due scalinate.
Sul fianco destro, la robusta mole del campanile in pietra calcarica, alto m. 44, che nei due ordini inferiori è decorata da eleganti finestre a ghiera inflessa di stile gotico-aragonese, mentre i due ordini superiori sono di stile rinascimentale con piatte finestre in calcarico tra lesene in arenario.
I prospetti laterali sono arricchiti da balaustre e finestre.L’interno a croce latina, in unica ampia navata e cappelle laterali intercomunicanti, è ritmato da superbi pilastri a lesene accoppiate e si dilata nel transetto per la luce che piove dalla grande cupola e dalle vetrate dipinte del presbiterio.

Teatro Garibaldi

Il teatro comunale “Garibaldi” costituisce un tipico esempio di teatro “all’italiana” Riportato al suo originale splendore con una serie di restauri nel corso degli ultimi anni, ospita rassegne teatrali, di musica jazz e classica, iniziative culturali e anche proiezioni cinematografiche, in un elegante contesto neoclassico.Con una platea capace di 119 posti, tre ordini di palchi e un loggione, per un totale di 320 posti, è aperto alle visite di viaggiatori e turisti.Il teatro risale agli inizi del XVIII sec. ed è, pertanto, tra i più antichi teatri pubblici siciliani.
È stato più volte ricostruito e arricchito. Il soffitto fu dipinto dal pittore Giuseppe Paladino all’inizio del 900 in occasione della costruzione dell’ingresso, del ridotto e dell’attuale prospetto. Il precedente, infatti, arricchito da un portico, era stato abbattuto dal crollo del muro di cinta trecentesco della citta’ al quale il teatro e’ addossato. Il prospetto presenta i volti in bassorilievo di Alfieri, Bellini, Goldoni e V erdi duestatue che rappresentano l’arte drammatica e l`arte musicale. Le sculture in pietra di Ragusa sono opera di Pasquale Massa. La platea è dedicata a Antonio il Verso, musicista rinascimentale piazzese, autore di musiche che ancora oggi appartengono al repertorio di numerosi gruppi europei. La piazzetta antistante il teatro è intitolata al compositore svizzero Carlo Florindo Semini che ha composto negli anni Sessanta una suite intitolata “I mosaici di Piazza Armerina”.

Teatro Garibaldi piazza armerina

Mura medievali e Porta Castellina

Osservando la città antica da nord, si osserva il paesaggio del popolare quartiere Castellina, dominato in alto dalla mole del Duomo e chiuso in basso dai resti delle mura medioevali, con una porta sbrecciata e una torre circolare.

Generale Cascino

La piazza Gen. Cascino è dominata al centro, dal grande Monumento al Gen. Antonio Cascino (1862-1917), eroe piazzese della prima guerra mondiale, che dal suo alto piedistallo spinge all’assalto i suoi fanti, prima di cadere colpito; il monumento in marmo e bronzo, è opera dell’architetto piazzese D. Roccella e di A. De Marchis.

Mura medievali e Porta Castellina piazza armerina